mercoledì 19 giugno 2013

Federica Giordano - "A volte dalla tua bocca..."




Riprendo, dopo un lungo periodo di assenza, la cura di questo semplice blog al servizio della poesia altrui e lo faccio con una giovane autrice napoletana: Federica Giordano, classe 1989.
Sono profonde e visionarie le poesie di Federica che ho potuto ascoltare, qualche volta, dal vivo.
In molte di queste, è dal corpo che nasce un riconoscimento, una consapevolezza, la ragione prima dello svolgersi del tempo e delle storie. Ma del corpo si libera la sola cosa capace di altezze e libertà: il suono. Il ripetersi dei fonemi brillanti e salvati dall’oblio.
Molto di questa teoria precisa e affascinante le viene da un modo tutto eclettico e variegato di conoscere e riconoscere le materie dello spirito. Federica frequenta la musica, la danza, la lingua tedesca… accosta in modo fiero e rigoroso letture di prosa a un paesaggio ricco e suggestivo quale quello che sperimenta e in poesia e in alcune sue recenti opere di critica. Non deve meravigliare, dunque, che citi la Jaeggy, scrittrice svizzera di madrelingua italiana amica – tra gli altri – della Bachmann, proprio in un passaggio che rende forte e vivo il filo del discorso fin qui fatto.
I versi proposti, infatti, che rincorrono e ritracciano la genesi del discorso personale di Federica in poesia, sono corredati da un preciso auto-commento, piccolo ma intenso manifesto di poetica personale.

                                                                                                                                                                              ar







 
***
 
A volte dalla tua bocca

uscivano trame nere

che io avrei dovuto

intrecciare ai capelli.

 

Mi infilavo invece sotto

il vuoto delle barche.

 

Ascoltare lo sbatacchiare minore

e guardare dal fondo

la proiezione irreale.

 

Il mio suono

è quello delle grotte,

dove ogni variare

ha un corteo di rumore.

 

-Non ti devi bagnare!-

Così mi disse il narratore lontano.

 

-Pagine asciutte!

Non bisogna strappare un solo pelo

allo scalpo del silenzio!-

 




"Qualche volta mi incamminavo verso la piccola stazione di Teufen e mi mettevo in ascolto: riudivo il breve saluto filisteo di Frédérique: Adieu, un suono breve e morigerato. Gli addii hanno lontane progeniture e i paesaggi li coprono di sterpaglia e di polvere".

Fleur Jaeggy


Con la scrittura, si tenta di conservare il lembo bianco degli addii, si prova a fare in modo che ci sia un angolo senza sterpaglia e senza polvere. Molto spesso, il suono, proprio per la sua natura eterea, riesce molto bene a conservare il sapore “originale” delle esperienze e la memoria uditiva lo chiude in un cristallo isolato. E’ la corazza dell’etica, di quello che si impara vivendo e che, dopo giorni, mesi, anni, risulta essere in noi un valore ingenerato e fine a sé stesso. Sono trame nere da intrecciare i capelli, sono le parole dimenticate che il tempo ha rivestito di verità e che improvvisamente, iniziano a brillare. Per me è spesso un suono ad accendere fari interiori, fari che illuminano i piccoli spazi essenziali della mia abbondante memoria superflua. E quindi si resta zitti, senza fare violenza al silenzio che ci risponde.

Federica Giordano












Federica Giordano è nata a Napoli nel 1989. Si laurea con 110 e lode in Lingue e culture moderne con una tesi in traduzione letteraria dal tedesco dal titolo “ Traduzione e traducibilità della poesia. Porcellana di Durs Grünbein”.
Nel 2008 pubblica la raccolta poetica Nomadismi, Edizioni Il Filo. Nel 2009 è autrice del testo in musica Favola di Mezzanotte, musicato dal compositore G. Mancusi. Nel 2011 pubblica La parte che ti ho affidato, Boopen Led Edizioni. Suoi testi ricevono segnalazioni a premi e concorsi, tra i quali il concorso Omaggio a Mario Luzi. Viene segnalata per la sezione “Giovani autori” alla X edizione del Concorso Nazionale di Poesia Città di Sant’Anastasia. Sue poesie vengono pubblicate su riviste specialistiche tra le quali Gradiva, La clessidra e siti di poesia. Partecipa a readings poetici e rassegne letterarie come Il festival della Letteratura di Narni e Una piazza per la poesia di Napoli. Si occupa di critica letteraria per varie riviste tra cui Officina Poesia – Nuovi Argomenti. Da segnalare il suo servizio sulla raccolta “Porcellana – Poema sulla distruzione della mia città” di Durs Grünbein, pubblicato nel numero di Febbraio 2013 della rivista Poesia.

12 commenti:

  1. Federica è una voce poetica fresca e genuina, da pochi anni alla ribalta ma già degna di grande attenzione, perché riesce a costruire schemi nuovi ed originali, basandosi molto sulle metafore come nei versi riportati qui sopra, dove ci indica l'essenzialità delle cose percepite al di là del rumore quotidiano, al di là del "vuoto sotto le barche" e delle "trame nere" inconcludenti che ciascuno di noi spesso racconta.
    E' una poesia fluida e interessante, giovane e meditativa. Complimenti a lei, per la sua attività creativa ed anche per il puntuale attento e impegnato lavoro di traduttrice dal tedesco. E complimenti ad Anna per questo suo spazio poetico molto valido e interessante!
    Pino Vetromile

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    1. Grazie mille per le tue parole, Pino! a presto per altre condivisioni!

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  2. Complimenti fede, poesia bella ed evocativa! ;)

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  3. Riprendendo i lirismi contenuti nel testo riportato, subito appare lo sguardo dell'autrice che tocca immagini e cose intorno a lei, una serie di fotogrammi sono fermati dall'occhio che ritaglia dei particolari e li rende simboli del paesaggio interiore. La scrittura in versi può essere un esercizio esistenziale di scoperta dei nessi esistenti tra noi e le cose esterne, ponti che ci individuano....
    Floriana Coppola

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  4. La poesia di Federica Giordano sa muoversi in paesaggi poetici che trovano le loro ascendenze, più ancora che nella tradizione italiana, in quella tedesca di cui lei stessa è appassionata lettrice, studiosa e raffinata traduttrice : da Rilke, moltissimo Celan, fino ai rivoli variegati degli autori tedeschi contemporanei. Riferimenti ma in senso lato: Federica certamente non imita ma ha il pregio di aver già conquistato una sua voce personalissima, che nei versi qui riportati emerge ancora più chiaramente . Vi cogliamo come cifra caratterizzante l'attitudine meditativa e l'incisività ed essenzialità della forma e delle immagini, una parola poetica che tende dritto al nucleo della sua esigenza espressiva e risulta pertanto di una densità bruciante.
    Complimenti anche ad Anna Ruotolo per l'iniziativa e la presentazione efficace.
    Bruno Galluccio

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    1. Grazie per il tuo intervento, Bruno! Sempre attente e acute le tue riflessioni.

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  5. Non è la prima volta che mi imbatto nei versi di Federica Giordano. La sua poesia testimonia lo spessore dell' 'io' che si addentra nelle 'cose' per meglio raccoglierle, osservarle, testarle. La sua precipitosa allusione al 'corpo metafora' riprende il fluire verso la sintesi del nucleo metapoetico che nella sua metrica ricorre con compiuto lirismo. Grazie Federica, grazie Anna!
    Complimenti!
    Rita Pacilio

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